Anche il vecchio Palazzo dei Congressi può essere recuperato: scomputo di affitto per gli imprenditori che investono

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Un interesse forte da parte dell’attuale amministrazione verso il turismo congressuale è dimostrato ormai su più fronti, a cominciare dai progetti concreti pensati per l’area ex Santa Chiara di cui si è parlato in questi giorni. La lista Sviluppo e Territorio – Pesciatini per Pisa è ben felice di questa ferma presa di posizione e aggiunge la propria disponibilità a promuovere una ripresa delle attività anche del vecchio Palazzo dei Congressi in via Matteucci.

“L’ambizioso progetto del Palacongressi al Santa Chiara è uno degli obiettivi che più ci rende felici. Per ovvi motivi la sua realizzazione però non sarà immediata, per questo noi ci proponiamo come promotori di una nuova riapertura del vecchio Palazzo dei Congressi, di proprietà dell’Università di Pisa, per non lasciare scoperto un periodo di latenza necessario e mantenere alto l’incoming del settore.
Con il nostro Ospedale, le nostre Università e in generale tutte le nostre eccellenze siamo in grado di richiamare in città numeri davvero importanti di medici, ricercatori e tecnici. Senza contare gli eventi di carattere ludico. La nostra proposta è di mediare tra l’Università e una cordata di possibili imprenditori locali una nuova gestione virtuosa, che possibilmente veda la realizzazione delle migliorie richieste con la possibilità di uno scomputo sulle spese di affitto dei locali.
Ottimizziamo gli spazi a disposizione e questo può essere un modo semplice per farlo, a vantaggio dei privati ma soprattutto della comunità tutta.
A complemento di questo vogliamo fare un’ulteriore proposta: ricordiamoci che oltre al turismo congressuale dei grandi numeri se ne affianca uno più “di nicchia” che può trovare espressione in un modello di ‘accoglienza diffusa’. Abbiamo pensato per questo a una mappatura di edifici storici, spesso sottoutilizzati e poco conosciuti, che possono diventare location di pregio per tali eventi, guadagnandone in termini economici (i ricavati dei quali possono essere reinvestiti nella manutenzione degli stessi) e di promozione culturale”.

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